DEMARRER!

Ovvero Stella stellina per favore fai che Rodrigo si accenda domattina.

 Nei 7000 chilometri di strada macinata abbiamo avuto modo di fare conoscenza con intere squadre di meccanici ed elettrauti, o presunti tali. Alla fine dei conti Rodrigo ne ha affrontate davvero tante. Ha retto più di quanto osassimo sperare. Le strade del Rif, il deserto di Merzouga , i passi sull’atlante, il Sahara occidentale, la frontiera mauritana, Nouadhibou, le spiagge, i boschi.  Chi osava immaginarlo?  La prima esperienza coi meccanici maghrebini è stata a Er Rachidia alle porte del sahara  algerino. A dire il vero non è stata una buona prima volta perchè dopo aver lasciato Rodrigo da un meccanico sicuri degli accordi che avevamo preso, cioè di controllarci i freni e di cambiarci 2 gomme, siamo tornati che lui non c’era, mentre noi non capivamo se avesse fatto il lavoro oppue no. Ovviamente non aveva fatto un gazz’. E qui abbiamo capito che è sempre meglio starci insieme ai meccanici, nella buona e nella cattiva sorte.  Siamo stati obbligati a demarrare rodrigo e a portarlo in altri due posti dove ci siamo trovati bene, soprattutto il furgone, anni luce dai meccanici milanesi sempre pronti ad approfittare dell’ignoranza altrui.  Coi loro tempi e seguiti un pò da vicino, i meccanici di qui sono bravi e il lavoro che fanno lo paghi sempre con piacere e con un pò di sorpresa per i bassi prezzi.  Rodrigo ha accusato altri problemini tipo perdite d’acqua, ventola del radiatore quasi andata, crociera dello sterzo, freni una volta, freni una seconda molto più pesante volta. Ma è stato sempre curato affettuosamente e quando il meccanico urlava “Demarrer!” da sotto  il furgone la chiave girava e il motore rombava, alla fine era sempre festa.  Solo che poi, di ritorno dalla mauritania, sono iniziati i guai più seri. Il primo segnale dei mushkilla è stato lo spegnimento della radio, poi quello delle luci dell’abitacolo. Ma l’allarme non è stato da noi preso sul serio. Col senno di poi abbiamo capito cosa stava succedendo.  Abbiamo lasciato i ragazzi pescatori saharawi che ci hanno accolti nella loro casetta sul mare a Tarfaya e ci siamo diretti verso Tan Tan. La strada era dritta come sempre e andavamo spediti quando tutto ad un tratto rodrigo si è spento. Il ragazzo Saharawi che ha cercato di aiutarci, si è accorto di un piccolo incendio nel cofano, una bazzeccola spenta facilmente. Poi ha infilato le mani nel motore e ha iniziato a urlare più volte “demarrer!” “demarrer!” Il Berra gli faceva da eco. Ma la festa stentava ad iniziare, rodrigo emetteva solo un sinistro tac tac tac tac e il buio avanzava. Dopo diversi tentativi (anche perchè all’inizio avevo il quadro spento) di riaccenderlo a spinta, Rodrigo finalmente ha dato un segno di vita.  Siamo riusciti a ripartire ma non è sempre domenica. Le batterie ormai esauste non hanno retto i fari e dopo aver percorso qualche centinaio di metri con il fonca e il berra fuori dai finestrini torce alle mani, decidiamo di fermarci. In discesa per farlo ripartire il mattino seguente, tout droit, terza duna a destra. Ma domani ti prego demarrer!  Ci siamo poi svegliati con un signore incuriosito che parlava un italiano perfetto convinto che fossimo di perugia. Ci ha aiutati con un spinta e siamo ripartiti veloci come il vento. Rodrigo per un pò ce l’ha anche fatta e per bontà sua ci ha abbandonato definitivamente a fianco di un camionista in panne col suo patròn al seguito.  Non ne voleva più sapere niente e non riparte neanche a spinta. Abbiamo quindi deciso di prendere un passaggio per la città più vicina dove ricaricare le batterie però, pensa un pò che sfiga, c’era un black-out fino al tardo pomeriggio. L’ideona ce l’ ha data il signore che ci ha dato il passaggio. Dare le batterie a un tassista che sarebbe andato nella città più vicina e che ce le avrebbe riportate più tardi. Là mushkilla. Il tassista quando le speranze stavano ormai per finire torna per davvero, il Berra urla Demarrer!, possiamo ripartire e cercare finalmente un meccanico di quelli che ci piacciono.  Siamo dunque finalmente arrivati a Tan Tan dove dopo un lungo controllo di polizia abbiamo finalmente avvistato un meccanico vero. Solo che dopo aver passato l’intero pomeriggio al suo fianco ci siamo resi conto che non ne sapeva nulla di quello che stava facendo. Al suo “demarrer” il mezzo si riaccende ma in contemporanea le lampadine dei fari si fulminano. Dopo un’arrampicata di specchi mica da ridere nella quale ha tentato di convincerci che lui il lavoro l’aveva fatto e bene e affermando che con i cavi il furgone si sarebbe rimesso in funzione benissimo, ce ne andiamo senza pagare alla ricerca di un vero elettrauto.  E qui ci siamo divertiti. Abbiamo incrociato un’intera squadra di elettrauti composta da 3 o 4 fratelli, uno col chiodo, uno hipoppettaro, uno gonzo col cappellino di traverso, ognuno con il suo compito e il loro severissimo patròn cioè il loro papà che li comandava a bacchetta con aria socratica dall’alto della sua esperienza. Il problema era l’alternatore che è stato smontato e rimontato più volte. Cala ormai la notte ma loro continuano imperterriti nel loro lavoro. Nell’aria a un certo punto echeggia un ultimo sicuro “demarrer”. Rodrigo romba, i fari funzionano e pure la radio torna a suonare le rime di Gaston, un rapper senegalese.  Ripartiamo alla volta di Marrakech sicuri che domani Rodrigo si accenderà.  LEONE

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