IL RIF…tisballakair e tisballadibrutt

 

Da Fes ci dirigiamo
verso il Rif, attraverso una una tortuosa strada di montagna che appare più
rovinata man mano che ci avviciniamo alla nostra meta: un piccolo paese abitato
dai contadini amici di Anita che ci ospiteranno nei prossimi 4 giorni.

La storia del Rif è
particolare. Il governo marocchino si è volutamente disinteressato di questo
splendido pezzo di Marocco, che ha sempre sognato e combattuto x la repubblica.
Abbandonati a se stessi gli abitanti, secolari coltivatori di kif, hanno
iniziato a produrre hascish, diventandone i maggiori produttori mondiali.

Il re ha così lasciato
che questi contadini ribelli continuassero a produrre una sostanza illegale che
comunque da al paese un giro di affari miliardario, tra sbirri corrotti,
mafiosi occidentali e tony montana vari ne girano di soldi, mentre i contadini
lavorano la terra e ci guadagnano il minimo…il bello della globalizzazione.

L’ospitalità della
famiglia che ci ha accolto era all’inizio spiazzante e imbarazzante, ma
l’esperianza è stata indimenticabile. Ci siamo ritrovati in una valle ai piedi
di una delle montagne più alte del paese e per 4 giorni siamo stati coccolati e
trattati come persone di famiglia, abbiamo dormito nel salotto buono, ci sono
stati offerti 4 pasti al giorno, durante i quali il Fonca ha ceduto al pesce,
io mi sono destreggiato con disinvoltura pescanco le verdure nel piatto dal
quale si mangia tutti insieme mentre Leo e Anita si ingozzavano x la gioia
delle donne di casa che ci preparavano mille prelibatezze.

Di giorno si alternavano
visite ai campi, match a pallone e chiaccherate improbabili con un mix di
arabo, francese e gesti.

Abbiamo importato 1,2,3
stella! che ha spopolato tanto che ci siamo ritrovati a giocarci in 15 in un
portico di 2 metri x 4; Fonca e Leo hanno insegnato dei richiami x uccelli che
già il giorno dopo rieccheggiavano x tutta la valle.

Abbiamo ribaltato la
consuetudine che vede gli uomini in una stanza e le donne nell’altra, abbiamo
ballato con le ragazze nella loro stanza con il sorriso compiaciuto della
signora nonna (una berbera di un età indefinita, tatuata sul mento, che parlava
con una voce profondissima, il mio mito personale), abbiamo preso lezioni di
arabo, berbero e marocchino da esimi e pazienti professori, ovvero i bimbi del
villaggio che ogni 5 minuti ci interrogavano sui nostri progressi, un pò
scarsini a dire il vero.

L’ultimo giorno abbiamo
fatto una gita x raggiungere la vetta a 2000 metri, noi 4 più un piccolo
esercito di bambini che aumentava di salita in salita, io per poco non morivo d’infarto
x tutto quel camminare e infatti sono stato preso in giro anche dai più piccoli
che mi chiedevano se volevo aiuto….ma sono tornato tutto intero.

La mattina partiamo non
prima di aver regalato vestiti e libri in francese, tirati da tutti x rimanere
e con il dispiacere di andarsene…in poche parole siamo stati veramente bene,
immaginatevi di essere a 2000 km da casa e trovarne una con nonna, mamma,
sorelline fratellini, zie e zii che ti trattano come uno di famiglia senza
chiedere niente in cambio…difficile da spiegare bisogna provarlo.

I piccoli: Nordin il re
del moccichino, Fatima la mia prof di arabo, Hannan una punk inconsapevole di
esserlo, Monrad il capo indiscusso, Moammid il piccolino, Moammed il
rompiscatole, Raja che ci svegliava ogni mattina con un sorriso e una
linguaccia, Salim con le slekka rosa, Marjane la cuoca migliore del mondo, Ujda
la silenziosa e poi tutti grandi: Abdul che si sbatte x dare l’acqua corrente
alla sua famiglia, la signora mamma e la signora nonna, Abdulkarim che mi porta
in giro nei peggio posti, Ahmed…..

Ora si ritorna indietro
e si va verso il deserto.

Berra

PHOTO:

LA MORTE NERA SI AGGIRA X FES

CON GLI AMICI DI FES

LA VALLE

 

  

This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.